Muffins di zucca

Ricetta liberamente ispirata da una versione del Cucchiaio d’Argento.

• polpa di zucca q.b. (cotta al forno con tanto di buccia)
• 5 cucchiai di zucchero di canna
• una manciata di mandorle
• 100 g di burro (o secondo le mie dosi, un pezzo di burro grande come un mandarino)
• 4 cucchiai di farina per dolci Carrefour
• 1 cucchiaio di amido di mais
• 3 uova intere (i tuorli sbattuti con lo zucchero, i bianchi montati a neve a parte)
• qualche amaretto
• lievito in polvere
• zucchero a velo, scorza di limone
• sale (un pizzico per montare a neve gli albumi)

Prima di tutto cuocere la zucca al forno, 200° per una mezz’ora, la zucca fatta a grossi pezzi con la buccia e semplicemente appoggiata su una teglia rivestita di carta da forno.
Poi tritare le mandorle con un cucchiaio di zucchero. Il mio mini tritatutto sta perdendo colpi e non è riuscito a tritare finemente le mandorle. Ecco, usate un buon robot. Poi incorporate, sempre con un buon robot, la zucca cotta e privata della buccia, fatta a pezzetti.
Montate a neve gli albumi e mettete in frigo.

Sbattete i tuorli con gli altri 4 cucchiai di zucchero, incorporate il trito di zucchero, mandorle e zucca. Aggiungete il burro fuso, la farina, la fecola e il lievito. Sbriciolate gli amaretti nel composto. Infine grattugiate la buccia di un limone e incorporate delicatamente i bianchi montati a neve. Io ho usato per tutto l’impasto la macchina del pane, non so se il continuo impastare, anche mentre preparavo gli altri ingredienti, possa aver influito sul risultato finale.
Il composto finale deve essere molto morbido, ma con la polpa della zucca sfilacciata che lo lega. Messo negli stampini di silicone per muffin e infornato a 180° sino a quando le cupolette hanno cominciato a imbrunire.

Zuppa di latte di cocco con gamberi

Ecco un ottimo esempio della dolcezza del cocco unita al gusto piccante del peperoncino…lo zenzero e il limone avvolgono i gamberi e la danza di sapori crea un piatto deciso ma allo stesso tempo soave. Da accompagnare con un vino bianco aromatico, come il Donnafugata siciliano o il Traminer.

Ingredienti per 4 persone: 150 gr di gamberi bolliti, 3 dl di latte di cocco, 1 mazzo di cipollotti, 300 gr di pomodori, 1 cucchiaino di zenzero grattuggiato, 2 peperoncini rossi piccanti, 6 dl di brodo vegetale,  3 cucchiai di salsa di soia, 2 cucchiai di succo di limone, 1 cucchiaio di olio.

zuppa thai

Preparazione: lavate i cipollotti e tritate la parte bianca e quella verde chiaro. Sbollentate i pomodori, eliminate pelle e semi e tagliateli a dadini, nel frattempo sgusciante i gamberi lasciando la coda. Scaldate l’olio in una padella e appassitevi i cipollotti, lo zenzero e i peperoncini. Versate brodo e latte di cocco e, continuando a mescolare, cuocete per circa 5 minuti dopo l’ebollizione. Unite poi i gamberi e i dadini di pomodoro. Per finire, insaporite con salsa di soia e succo di limone.

Credits

Gallinelle al forno con la zucca

Al Carrefour ho trovato i filetti di gallinella … 190gr. a 2.50€, già puliti e pronti da cucinare.

Impanati (senza uovo) con una mescola di pangrattato, rosmarino, peperoncino, semi di cumino e sale. Disposti sulla teglia ricoperta di carta da forno bagnata e strizzata, un filo d’olio per terminare.

A parte la zucca. Prima un soffritto di scalogno e sedano, poi la zucca fatta rosolare. Infine il tutto ricoperto da una crema di latte di cocco, curry, zenzero in polvere e cumino in polvere. Anche un pizzico di sale e acqua per allungare. Nella pentola a pressione per una decina di minuti, sino a che la zucca si spappola e la crema si addensa.

Tempo totale di preparazione: 15 min. Poi mentre il forno e la pentola a pressione lavoravano da soli, io mi sono fatta una doccia rigenerante dagli 8 km corsi al parco. Chissà com’è che le ricette migliori mi vengono dopo gli allenamenti!

Il miglio (e i semi di canapa)

Avevo già cucinato il miglio in passato, un pranzo che eravamo solo io e mio papà. Mi viene ancora da ridere se ripenso all’espressione sconsolata di mio papà mentre guarda nel piatto e dice con un filo di voce “Ma mangiamo come gli uccellini?”

Cotto in pentola a pressione (pensavo di dimezzare i tempi scritti sulla busta, invece a 10 minuti già emanava odore di bruciato) diventa gonfio e compatto, e non è poi così diverso dal riso. Anche se l’aspetto non incoraggiava, l’ho preparato in insalata e in effetti, una volta freddo, si sgrana facilmente.
Google ne elenca innumerevoli benefici, tra cui la presenza di tutti gli aminoacidi essenziali. Un po’ come i semi di canapa. Insomma, più si diffondono i vegani più si arricchisce la lista di prodotti che possono egregiamente sostituire la carne. Ma che fortunata coincidenza!

A me della lista di aminoacidi importa poco, ma la consistenza morbida e scoppiettante mi attira moltissimo.
In rete abbondano le ricette per cucinarlo sotto forma di polpette. To be tested very soon …

biscotti al microonde

Ingredienti per circa 17/18 biscotti
100 gr di burro
50 gr di zucchero
1 uovo
130 gr di farina
1/2 cucchiaino di baking powder

Per guarnirli ho usato
30 gr di scaglie di cioccolato fondente
20 gr di uvetta

Voi potete farli anche senza guarnizione oppure guarnirli tutti con un solo ingrediente. In quel caso ci vorranno 50 gr in totale.

La prima volta che li ho fatti li ho provati con le gocce di cioccolato…
Buonissimi!!! Oggi ho voluto sperimentare con voi!!

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Del pesto e dello snobismo culinario

Mentre Cracco e Oldani disquisiscono rispettivamente sull’aglio e sul burro nelle rispettive preparazioni di amatriciana e pesto, io nel mio piccolo ho scoperto che lo yogurt greco (quello magro, da 59Kcal ogni 100g) è perfetto da mescolare alle salse e ai sughi più disparati che trovo nel mio frigo. Dalla maionese vegana di riso (olio di girasole chimicamente modificato per sembrare bianco e cremoso, non prendiamoci in giro!), al pesto Barilla che, come tutti i sughi pronti, è eccessivamente denso ed eccessivamente saporito. Così alleggerisco la salsina in cui intingere le polpette e i gnocchetti rimangono molto più delicati.

Quanto alla polemica delle ricette tradizionali, io sono ovviamente una allergica al rigore culinario. E poi le ricette tradizionali sono per definizione caserecce e fantasiose. Il perfezionismo, nonchè l’altisonante terminologia, è stata introdotta dai ristoranti quando è stata ora di far pagare fior di quattrini per una banalissima pasta con il sugo.

Come non ricordare del resto la mia nonna sicula, che preparava la pasta con il sugo di pomodoro, le melanzane fritte e la ricotta salata come piatto base del pranzo quotidiano, e che quando mia mamma le disse “oh, hai fatto la Pasta alla Norma” lei rispose “macché pasta della nonna e pasta della nonna! Ista è la pasta con la salsa!” (detto ovviamente in stretto dialetto siciliano, che io non so imitare né traslitterare in un testo)

Salsa BBQ (forse)

Ho copiato gli ingredienti su un tovagliolino del bar al rifugio sulle piste di Champorcher. Se li ho copiati (e se conservo il tovagliolino in borsa da un mese e mezzo) doveva esserci sicuramente una buona ragione. Quindi li riporto pari pari, in futuro proverò la salsa e scoprirò con cosa si abbina al meglio.

  • 2 cucchiai di ketchup
  • 1 cucchiaio di salsa di soia
  • 1/2 cucchiaino salsa Worcester
  • 1 cucchiaino di senape di Digione
  • prezzemolo
  • dragoncello
  • scalogno

Pranzo della domenica con amici

Involtini di bresaola con formaggio Osella condito con olio, timo e maggiorana. Pomodorini conditi.

Pasta al forno carciofi e pancetta

Tomini al forno su letto di finocchi speziati (finocchi cucinati con noce moscata, sale, pepe, mandorle tritate e uvetta)

Patate al forno

Torta di mele e bignole (non é domenica senza le bignole in Piemonte! )

Good morning

Come dicono i miei amici spagnoli “Tu no desayunas, tu te das un homenaje!“, che tradotto diventa pressapoco un “Non è che fai colazione, tu fai proprio un banchetto”. Detto dagli spagnoli, loro che mi hanno insegnato quanto è soddisfacente la colazione salata, dovrebbe dare un’idea di quanto mangi dal risveglio al momento di schizzare fuori di casa per il lavoro.

Comincio con mezzo pompelmo. Anzi, dopo aver sentito la mia collega tesserne le lodi e averne confermato i prodigi con google, da ben un giorno comincio con acqua calda e limone. Qui un esempio delle tante pagine che si trovano in rete a spiegare gli innumerevoli benefici. Io ho deciso che aggiungerò anche lo zenzero, perchè quando si parla di spezie non capita mai che mi tiri indietro.

Poi mi faccio il porridge. L’ho scoperto un anno fa a casa di un’amica inglese trapiantata in Scozia (e reduce da quattro anni di vita spagnola). Poi ho scoperto che la donna più vecchia di Scozia, con i suoi 108 anni, lo ritiene il suo personale elisir di lunga vita (assieme allo sport e alla zitellaggine, come darle torto!). Infine mi piace proprio, a dispetto di chi lo guarda come una brodaglia disgustosa.
In effetti non ha esattamente la consistenza zuccherosa e pastosa dell’originale. Lo faccio con l’acqua, e solo due cucchiai di latte, perchè a me il latte caldo nausea. Quindi, due cucchiai di fiocchi d’avena, due cucchiai di latte, un cucchiaio colmo di mirtilli secchi, mezzo cucchiaio di lecitina di soia (perchè riduce il colesterolo e perchè addensa la poltiglia acquosa, soprattutto). Acqua a coprire il tutto nella ciotola. Due minuti al microonde a massima potenza, rimescolando al primo minuto.

Lo step successivo è qualcosa di proteico. Pane integrale con arrosto di tacchino (quello tagliato tipo prosciutto cotto), formaggio fresco, un uovo strapazzato con il curry. Sì, anche il curry; dopo le lenticchie piccanti a colazione del Nepal, nulla più mi spaventa.

Una tazza di caffè o di tè, perchè amo qualcosa di caldo. Dicono (Google che tutto sa) che con l’acqua calda e limone passa la necessità di bere il caffè. In ogni modo io scarseggio di recettori per la caffeina, quindi non mi fa questa gran differenza.

Posso ancora farci stare un cucchiaino di marmellata, un kiwi, un pezzetto di cioccolato (rigorosamente extra dark, 85% di cacao) o un frutto piccolo.
Potrei mangiare molto altro, ma di solito quello è il momento in cui mi ricordo di essere clamorosamente in ritardo al lavoro.

Ora, sembra uno sproposito quello che mangio. Calcolatrice alla mano sono 400 kcal scarse. Certo, non sono le 200 kcal dell’odiosa formula una tazza di latte/due fette biscottate/un velo di marmellata, ma ormai da tempo ho smascherato il clamoroso errore che ricorre in tutte, ma proprio tutte, le diete che si trovano in giro. Sia che l’abbia prescritta il famoso dietologo da 200€ a visita, sia che si trovi sulla più inaffidabile delle pagine web.
A colazione non bisogna solo mangiare qualcosa. A colazione bisogna mangiare tanto! Il motivo è molto semplice: al risveglio abbiamo una impennata del cortisolo, dopo i livelli minimi raggiunti durante la notte. Il cortisolo attiva il metabolismo, ma si aspetta anche un feedback dal corpo. Mangiare poco, o non mangiare affatto, fa credere al sistema endocrino che sarà una triste giornata di carestia, e i livelli di cortisolo si adeguano per rallentare il metabolismo. Al contrario se si mangia abbastanza, la risposta di feedback endocrino rafforza l’equilibrio del cortisolo, e il segnale risultante è un’accelerazione del metabolismo.
Non garantisco sulla correttezza scientifica degli articoli che propongono questa teoria, ma la ritengo molto plausibile. La più sensata che ho incontrato sino ad ora.

Poi con me funziona! Questo conta poco a livello statistico, ma conta molto per me!

Packed Lunch

9 proposte per 9 pranzi in ufficio

9 proposte per 9 pranzi in ufficio

Ci ho messo oltre un mese a realizzare il misero progetto fotografico dei miei pranzi in ufficio. Nove pranzi per cinque giorni lavorativi per quattro settimane significa che mancano tutte le volte in cui ero troppo in ritardo per scattare una foto e soprattutto le molte altre volte in cui ho ceduto alla mail della segretaria del gruppo di ricerca, che ci anticipa le golosità servite al Glamour. Per inciso, il Glamour è il bar di fronte al laboratorio dove mi sono presa le peggiori intossicazioni alimentari che neppure nei ristoranti più urfidi del pianeta. Però quando fanno i calameretti in umido con i piselli vale la pena rischiare.

Oltre ad essere un progetto fotografico è ovviamente un progetto dietetico. Anche se mancano almeno 11 pranzi “a regime” e se nessuno dice che i fine settimana non mi sia strafogata a casa della mamma o in qualche birreria, posso assicurare che un chilo in meno alla settimana è quasi garantito. In barba agli ottusi dietologi (dietisti?) che da che li conosco non fanno altro che propinare diete perfettamente identiche le une alle altre e con due clamorosi errori di fondo: la colazione e la noia mortale dei piatti proposti.

Ma se la colazione merita un post a parte, la noia mortale del pranzo in ufficio (packed lunch o, in un più locale dialetto milanese, schiscietta) è stata combattuta con ogni giorno una combinazione diversa di idee. Dalla zucca e ceci con spezie indiane, alle polpette dell’Ikea reinventate in una insalata, alla vellutata di verdure e cotoletta di avena, l’insalata di con quinoa, e poi yogurt, ricottine e tanta tanta frutta.

Di seguito il dettaglio (e le calorie) di ciascuna delle nove combinazioni.

 

patata 140
fagiolini 30
olio 100
ricotta 110
mandarini 200

 

pane 220
mutabbal 40
fagiolini e patate 140
olio 100
ricotta 110
mandarini 50

 

zuppa ceci 470
cotoletta avena 240
olio 100
pera 30

 

focaccina 115
bietole 30
ricotta 110
pera 40
pane 40gr 90
verdure 30
crescenza 250
arancia 75
yogurt 70
olio 100
pesce 50
spinaci verze 30
pane 90
yogurt 70
kiwi 60
olio 100
polpette (7) 245
insalata 30
arancia 75
yogurt 70
insalata 20
quinoa 25gr 90
tonno in scatola 120
pomodorini 20
yogurt 70
kiwi 40
crackers 150